Prologo:
“All’inizio l’aria accese il fuoco, poi arrivò l’acqua e la terra, questa unione generò lo spirito, l’universo intero si è mosso per creare questo spazio tempo che vi sto per narrare, di quella mattina di febbraio.”
Il telefono spara la sveglia nel buio della stanza, guardo sullo schermo l’ora, le 05:15, la prossima suonerà alle 05:20, premo “annulla”.
Mi alzo di scatto, accendo la luce, lei non si sveglia, sono in una specie di fase che io chiamo post REM, lo scatto serve per riportarmi nella realtà, poi lei inizia a parlare francese, io non capisco una sola parola, vedo lei che gesticola ed emette suoni.
La guardo e immagino le sue amiche dirle che Asia è brutta, solo per farla sentire meglio.
Oggi è mercoledì la dieta prevede proteine già di mattina, scrivo una poesia:
“Vorrei solo fossi qui,
cerco una magia pura, più antica della stessa civiltà,
per realizzare il mio desiderio,
poi lo stomaco brucia,
uno strano riflesso…
il sole… le nuvole,
certe emozioni durano meno di una storia di Instagram,
alcune le metto in evidenza, altre in archivio, spesso cancello.
Se vi amate siate fuoco!
Bruciate!
Poi la cenere spargetela tra le onde e il vento.”
Cerco il cibo per la colazione, arriva anche lei in cucina: “Perché ti svegli in questo modo?” accusa.
“Io mi sveglio sempre così”, do un energico morso alla mela gialla nella mia mano sinistra, mastico e la osservo:
punta il suo dito indice verso si me: “Sei solo un arrogante, cinico e cattivo, continua ad aspettare Asia, almeno lei è furba, con lei non funziona il tuo giochino” una risata nervosa chiude la frase, la sento camminare per la casa, mentre pronuncia parole incomprensibili, do un altro morso alla mela, mastico seduto sullo sgabello della cucina, “Sto molto bene, non vuoi stare con me? Perfetto, non chiamarmi più, non cercarmi più”, premo “invio”, rispondo al messaggio di Asia, mentre do l’ultimo morso alla mela.
Quella che parla francese sta ferma davanti la porta, aspettando una mia supplica che non arriva, io la guardo alzo la mano destra: “Ti apro io il cancello, adieu”, lei esce urlando in italiano una parola che dimentico in fretta.
Guardo le storie di Asia su Facebook, è triste.
Ricevo una mail dal mio editore per la verifica finale del testo, lo leggerò più tardi, adesso guarderò vecchie foto ingiallite.